Convegno "L'Europa per la pace" - 10 maggio 2023

Convegno L'Europa per la pace - 10 maggio 2023

Testo dell'intervento degli studenti di 4^ E

"Pensare questo intervento ci ha portato a porci domande su quanto
conosciamo dell’Europa e della sua storia, ed è quindi stata l’occasione
per studiare il lungo percorso di costruzione di quella che oggi chiamiamo
Unione Europea: la realtà sovranazionale in cui noi, nati nel 2005, siamo
cresciuti.
Una realtà che spesso, per abitudine, percepiamo come ovvia, scontata e
naturale. 
Mai, fino ad oggi, ci siamo soffermati a pensare a quanto possa essere
stato complesso e difficile creare una realtà così articolata dal nulla, anzi
dalle macerie di una guerra, grazie al coraggioso e profondo desiderio di
porre fine a quell’orrore, e di respirare pace, libertà e solidarietà.
 
Abbiamo quindi compreso di essere parte, come cittadini europei, di un
grande progetto che nasce da lontano, dagli anni della seconda guerra
mondiale. Il sogno di uomini che, spesso in condizioni di prigionia, hanno
pensato al futuro dell’Europa andando oltre la logica oppositiva vincitori-
vinti e hanno prima immaginato e poi cercato di costruire un’Europa nuova,
che superasse i diversi nazionalismi, che realizzasse un futuro di pace,
democrazia, uguaglianza e benessere.

Seguendo il filo della storia, abbiamo conosciuto figure come Altiero
Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni e il loro Manifesto scritto su
semplici cartine di sigarette per un’Europa unita, noto come Manifesto di
Ventotene. Abbiamo conosciuto i Padri fondatori come Schumann,
Monnet, Adenauer, De Gasperi, senza dimenticare le madri come Simone
Veil.
Il progetto di un’Europa unita (passato attraverso le idee di federalismo,
funzionalismo, confederalismo) è nato da una generazione di uomini e

donne che avevano conosciuto la guerra, che ne erano stati vittime e che
proprio per questo aspiravano a un avvenire di pace, quando ancora
sembrava impossibile. Citando Max Weber, “è confermato da tutta
l`esperienza storica, che il possibile non sarebbe raggiunto se nel mondo
non si ritentasse sempre l`impossibile”.

Ha scritto a questo proposito Giuliano Amato: “l’azione europea è
cominciata perché alcuni statisti, posti di fronte ai gravi problemi della
ricostruzione e dello sviluppo dei loro paesi, hanno scoperto l’avventura
esaltante di un avvenire diverso da quello del passato, hanno sognato di
realizzarlo, hanno saputo cogliere se non tutte almeno alcune occasioni
favorevoli, e hanno cominciato a tradurre questa visione non solo in
dichiarazioni astratte e in fugaci atti politici europei, ma in istituzioni.”

• Ma cos’è la pace? E quando finisce la guerra? Quando qualcuno
prevale? Quando ci si rende conto che nessuno può vincere? 

Per Immanuel Kant nell’opera “Pace perpetua”, una pace duratura è,
riprendendo Cicerone, conseguibile creando Repubbliche. Le Repubbliche
non si fanno la guerra, perché i cittadini, le opinioni pubbliche, non vogliono
la guerra.
Pensiamo che sia necessario concepire il valore della pace come percorso
e prospettiva: non solo come condizione alternativa alla guerra, ma come
strada che si costruisce restando fedeli ai valori costitutivi dell’Unione
Europea. Procedere pensando che la pace non si limita all’assenza di
conflitti e che la guerra è il fallimento della politica. Fallimento che deriva

anche dal continuare a pensare che alle armi si possa rispondere solo con
altre armi, sempre più potenti, sempre più distruttive.
Illuminanti in questo senso ci sono sembrate le parole dell’ex Presidente
del Parlamento Europeo David Sassoli, che nel discorso tenuto l’11 ottobre
2020 ad Assisi, in occasione della marcia Perugia-Assisi, diceva:

“La pace è sviluppo sostenibile, il che vuol dire correggere i nostri modelli
sociali per ricostruire quell’equilibrio con la natura che è stato travolto da
troppi interessi. La pace è amicizia tra i popoli, è cooperazione tra gli Stati,
condivisione di sovranità con gli organismi internazionali.
La pace è oggi minacciata dalle armi che sparano, dalle bombe che
esplodono, dal riarmo nucleare su cui troppo spesso - colpevolmente - si
stende un silenzio ipocrita. Ma è minacciata anche dalla fame, dai
fanatismi, dalla desertificazione, dalla volontà di potenza, dai nazionalismi
vecchi e nuovi, dalle crescenti disparità di risorse e di opportunità, dalla
mancanza di mezzi, di scolarizzazione. La pace è minacciata dalle
migrazioni forzate e, al tempo stesso, dalla mancanza di solidarietà di chi,
invece, dispone di risorse maggiori e deve sentire su di sé la responsabilità
verso gli altri. La pace è, naturalmente, anche cultura, è conoscenza, è
alfabetizzazione, dialogo, incontro, amicizia.
Sentiamo tutti la responsabilità di curare la qualità della nostra vita nella
comunità. Non vogliamo un’economia senza morale, uno sviluppo senza
giustizia, una crescita a scapito delle generazioni future.”
L’ex Presidente del Parlamento Europeo, ci ha ricordato quanto sia
importante rimanere uniti nell’affrontare le avversità e che ci sarà sempre
bisogno di Europa, di un’Europa che continui ad essere e diventi sempre
più uno strumento di pace. Quella Unione Europea che ha ricevuto nel

2012 il Nobel per la Pace per “il suo contributo alla promozione della pace,
alla riconciliazione, alla democrazia e ai diritti dell’uomo in Europa”.
Come per altri grandi problemi del presente, ad esempio la lotta al
cambiamento climatico, anche rispetto alla grande sfida della pace noi
giovani sentiamo di avere un ruolo e una responsabilità. Proprio noi che,
rispetto alle generazioni precedenti, siamo cresciuti avendo come
orizzonte l’idea di un’Europa unita e in pace. Un’idea che, però, l’attuale
guerra tra Russia e Ucraina sta mettendo a repentaglio. Noi, che abbiamo
sempre percepito le guerre della storia come distanti e incompatibili con la
nostra realtà, ce ne troviamo una, oggi, a praticamente la stessa distanza
che vi è tra la nostra regione e la Sicilia. Dunque ci chiediamo cosa ci sia
possibile fare e quale sia il nostro dovere di piccoli cittadini in merito, ma
questa sfida spesso ci sembra più grande di noi, abbiamo molte più
domande che certezze o risposte:

• Perché la storia e le tragedie del passato non insegnano?
• ​Cosa può fare la politica e cosa possiamo fare come cittadini per aiutare
la pace, prima che la guerra diventi un rumore di sottofondo nelle nostre
giornate?
• ​Se la guerra è il fallimento della politica, che possibilità ci sono che la
diplomazia riesca a far ritrovare la via della pace?
• ​L’Unione Europea ha reagito unita all’aggressione dell’Ucraina, ma quali
effetti potrà avere l’attuale crisi internazionale sull’Unione Europea?
• ​Quale Europa ci sarà domani? Quale storia scriverà l’Europa?

LOCANDINA EUROPA PER LA PACE

"EUROPA e PACE"

Power Point preparato per il convegno

Europa e pace

Immagini del Convegno del 19 maggio

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