Giorno del Ricordo - I Progetti


CONCORSO NAZIONALE “10 FEBBRAIO”

A.S. 2018-2019

 

Fiume e l’Adriatico orientale

Identità, culture, autonomia e nuovi confini

nel panorama europeo alla fine della Prima Guerra Mondiale

Primo progetto “La testa di ferro”

Il titolo del primo progetto “La testa di ferro” è rievocativo perché riprende il nome del giornale del Fiumanesimo ed è al contempo allusivo poiché potrebbe riassumere l’opinione che fondamentalmente D’Annunzio aveva di Mussolini. L’attività progettuale si snoda attraverso tre tipologie, verosimili, di dialogo tra Mussolini e il Vate. I momenti dialogici avvengono in momenti e luoghi diversi, ma storicamente attendibili: il primo confronto si svolge a Roma pochi mesi prima della marcia su Fiume e pone l’attenzione sui motivi che spinsero D’Annunzio a intraprendere questa avventura patriottica; il secondo dialogo si compie a Fiume, dopo la firma del Trattato di Rapallo, e fa emergere la diversità di posizione tra il Comandante e Mussolini. L’ultima parte ha luogo al Gardone e succede nel Dicembre del 1921. Stralci fedeli di corrispondenza epistolare dannunziana arricchiscono la trattazione. La dinamica verbale e fattuale è destinata a muoversi su piani temporali coincidenti e su piani ideologici e intenzionali divergenti in relazione alla questione di Fiume, alla sua Causa, alla sua annessione, al suo destino. Sullo sfondo emergono la popolazione fiumana, italiana per lingua e per cultura, gli eventi locali, la prospettiva nazionale e nazionalista, gli accordi internazionali, il fascismo.

 

 

Secondo progetto “I sommersi e il salvato”

Il secondo progetto si intitola “I sommersi e il Salvato”, ricordando il titolo del saggio di Primo Levi. L’intero progetto si esplicita in un’opera figurativa in bianco e nero, che esprime contemporaneamente concettualità ed espressione artistica. Il disegno intende essere una rappresentazione del tempo e delle tematiche su diversi livelli spaziali: da una parte il Presente con l’anziano uomo posto in primo piano, in rilievo con la tangibilità della carne viva; dall’altra il Passato con il fluire della memoria -ancora vivida e a tratti confortante- che scorre, sovrapponendosi, e che avvolge il protagonista come fosse acqua. Di grande forza la fiumana di esuli, raffigurati come una bolgia dantesca di volti deformati, ridotta ll’essenzialità, perché minima è in loro ogni traccia di umanità. Questo deturpamento è dovuto alla volontà di esteriorizzare lo stato d’animo degli esuli fiumani, la cui identità si è persa una volta diventati apolidi. Sullo sfondo il ricordo del porto di Fiume. La limpidezza del ricordo perde progressivamente di qualità: i contorni diventano via via più confusi e il paesaggio si fa sempre più inquietante. In questa fase del ricordo il protagonista non appartiene più a Fiume. Una barca, identificata con il simbolo del Regno d’Italia, riproduce la speranza. Sarà proprio questo sentimento di aspettazione fiduciosa nel Futuro che consentirà all’uomo di non essere inghiottito dalla mischia indistinta e di mutarsi in “Salvato”. Sullo sfondo appare l’epoca delle memorie: la Prima Guerra Mondiale, periodo richiamato dal filo spinato (emblema della Grande Guerra) inserito in un cielo senza sole.

 

Terzo progetto “Grazie per avermi letto e sopportato”

Il titolo del terzo progetto è “Grazie per avermi letto e sopportato”. La frase riprende la conclusione di una narrazione per noi stesa da un nativo di Fiume, luogo definito come “la mia città”. Il manufatto prodotto rappresenta la testimonianza scritta di Attilio Smocovich, nato a Fiume nel 1940. Essa è un racconto spontaneo che raccoglie le memorie e le vicissitudini di un Italiano che si trovò a fronteggiare un cambiamento radicale nella propria terra e nella propria vita. Ciò lo costrinse a conoscere il sentimento dello sdradicamento e una condizione di esistenza errabonda nel tentativo di trovare la propria Patria e la propria collocazione nel mondo. Una siffatta testimonianza permette di comprendere uno dei possibili destini di un esule, ma consente anche di capire come sia necessario trovare grandi risorse per riuscire a continuare a vivere. L’autore è un esempio di intraprendenza e di determinazione: egli, esternando la sua vicenda, ci narra della sua ricerca di stabilità e del suo sentimento di Italianità, sempre presente. Tale sentimento culmina con l’acquisizione della cittadinanza italiana. Sul finire Attilio ringrazia il lettore per la sopportazione avuta; egli è consapevole del fatto che la storia legata a Fiume e alla sua gente è stata per lungo tempo dimenticata e che la memoria sia l’unica risorsa e mezzo a disposizione. La “memoria attiva” infatti è l’unica capace di mantenere viva la cultura del popolo italiano di Fiume che, come ci ricorda il protagonista di questa cronaca, è serbata dalla comunità degli Italiani di Fiume.

1 - La testa di ferro
2 - I sommersi e il salvato
3 - Grazie per avermi letto e sopportato