PROGETTO FESTIVALETTERATURA 2024
PROGETTO FESTIVALETTERATURA 2024
Docenti referenti: Cristiana Maldini, Claudia Mirrione
RECENSIONE A “QUANDO MUORI RESTA A ME” (BAO PUBLISHING 2024)
Leggere Quando muori resta a me di Zerocalcare è un po’ come ascoltare una lunga telefonata col viva voce acceso tra due generazioni che non riescono a capirsi ma non smettono di provare. È una storia che parte da un viaggio nelle Dolomiti, ma arriva molto più lontano: nei ricordi, nei silenzi, nei traumi che si tramandano anche quando nessuno ne parla.
Zerocalcare, come sempre, usa il suo stile ironico e malinconico per raccontare un legame difficile: quello col padre. Un uomo riservato, silenzioso, che preferisce fare piuttosto che spiegare. Nella narrazione diventa il “Genitore 2”, una definizione che sembra uscita da un modulo burocratico e che nasconde un’enorme distanza affettiva. Ma dietro questo soprannome c’è anche una critica, tutta ironica e tenera, a una generazione cresciuta in un mondo dove non si insegnava a parlare di sentimenti.
Il confronto con la madre, più aperta e affettuosa, rende ancora più evidente quanto la comunicazione col padre sia difficile. C'è affetto, certo, ma è come se viaggiasse su una frequenza diversa. Eppure, Zerocalcare non giudica: cerca di capire. Il “giorno di Merman”, uno degli episodi più simbolici del libro, rappresenta proprio questo: un momento apparentemente assurdo che diventa il simbolo di un legame fragile, dove i gesti non bastano a colmare il vuoto delle parole non dette.
Ma il padre non è solo padre: è anche figlio di una Storia più grande. La memoria della Prima Guerra Mondiale attraversa tutto il fumetto, si infila nei paesi di montagna, nelle testimonianze degli anziani, nei silenzi che parlano più delle parole. Lì, Zerocalcare ci mostra come le esperienze traumatiche si trasmettano da una generazione all’altra, diventando parte della nostra identità anche se non ce ne accorgiamo. Il peso della Storia, quella con la “S” maiuscola, non è un capitolo scolastico, ma qualcosa che abita i corpi e i caratteri dei nostri familiari.
Graficamente, lo stile di Zerocalcare è inconfondibile. Bianco e nero, linee marcate, chiaroscuro usato non solo per dare profondità ma per caricare le scene di emozioni. E poi gli animali, usati come metafore vive dei personaggi: l’Armadillo, voce interiore e coscienza ansiosa, la madre-gallina, il padre-papero – un richiamo tenero e buffo a Kung Fu Panda. Ogni animale è un simbolo che aiuta a leggere l’anima dei personaggi meglio delle parole.
In conclusione, Quando muori resta a me non è solo una graphic novel, è una dichiarazione d’amore imperfetta. Zerocalcare ci mostra quanto sia difficile, ma anche necessario, tentare di capire chi ci ha cresciuti, anche quando ci sembra impossibile. Perché anche dietro il silenzio, spesso, si nasconde un affetto che non ha trovato le parole giuste. E forse, a volte, un fumetto può dire quello che le persone non riescono a dire.
In conclusione, Quando muori resta a me non è solo una graphic novel, è una dichiarazione d’amore imperfetta. Zerocalcare ci mostra quanto sia difficile, ma anche necessario, tentare di capire chi ci ha cresciuti, anche quando ci sembra impossibile. Perché anche dietro il silenzio, spesso, si nasconde un affetto che non ha trovato le parole giuste. E forse, a volte, un fumetto può dire quello che le persone non riescono a dire.
Deisi Manzali 4^T
Alessandro Lambertini 4^T
Vittorio Lombardo 5^U
Nicola Maestri 4^T
Beatrice Rosini 5^U